Un esempio dell' impiego di diverse tecniche di misura degli odori lo si ritrova in Polonia, dove per la stima dell’impatto da odori in 3 impianti di trattamento di acque reflue, sono stati messi a confronto 2 analisi sensoriali (olfattometria di campo FO e olfattometria dinamica DO), e 2 analisi chimiche (determinazione colorimetrica dell'idrogeno solforato e ammoniaca, e determinazione dei composti specifici dello zolfo mediante GC-MS)\cite{Barczak_2016}.
In futuro l’impiego di tecniche come il naso elettronico potrebbe rivelarsi uno strumento opportuno all’ individuazione di anomalie in un impianto, consentendo interventi tempestivi e minimizzando gli odori sgradevoli. Questo sarebbe d’ausilio alla gestione degli odori e alla programmazione delle attività di manutenzione \cite{Blanco_Rodr_guez_2018} \cite{Gebicki_2015}.
Tecniche analitiche e sensoriali sono state applicate anche in campi diversi da quello delle emissioni odorigene generate da impianti industriali, un esempio è uno studio condotto su campioni di legno del pino silvestre\cite{Schreiner_2018}, che ha identificato i principali composti odorosi responsabili dell’odore caratteristico del legno. L’impatto da odore stimato è dovuto in gran parte ai terpeni come l’α-pinene che è il principale composto organico presente nelle resine di piante conifere responsabile dell’odore legnoso. Nello studio sono state scoperte 11 nuove sostanze responsabili del odore del legno a cui si associa un odore agrumato (linalolo), grassoso (dienale), ammuffito (borneolo), di formaggio (acido pentanoico), erboso (pentanale), fruttato-metallico (timolo), simile al cocco (δ-nonalactone e γ-octalactone ), simile alle pesche (γ-decalactone e dodecalactone), di sapone (acido dodecanoico).