La valutazione delle emissioni odorigene provenienti dagli impianti di depurazione
Le emissioni odorigene che, la maggior parte delle volte, vengono prese a riferimento dagli studi scientifici, per la loro diretta connessione a problemi di natura sociale, sono quelle provenienti dagli impianti di trattamento delle acque reflue \cite{Capelli_2009} \cite{kranert2014}. Infatti, la vicinanza a odori sgradevoli, come quelli degli impianti di depurazione, produce inevitabilmente un malessere fisico e psicologico, che si ripercuote sulla qualità della vita dei residenti e sulla svalutazione economica degli edifici e delle attività nei pressi dell’impianto \cite{Stellacci_2010}. Dato che l’esposizione prolungata ad un odore può risultare pericolosa per la salute umana con effetti da non sottovalutare \cite{Sironi_2010} \cite{delaune1999}, risulta necessario valutare quantitativamente l’odore. L’odore viene valutato, sempre più spesso, mediante una modalità di misurazione, detta olfattometria dinamica, prevista dalla normativa europea EN 13725, che ha come obiettivo proprio la definizione di tale metodo\cite{Frechen_2004} \cite{Capelli_2013}. La normativa prevede che un gruppo di persone valuti l’odore dei campioni di gas raccolti in sacche di campionamento entro e non oltre 30 ore dal campionamento stesso. La valutazione di questi odori può essere più o meno soggettiva (entrano in gioco fattori fisiologici e psicologici) e in tal senso il metodo dell’olfattometria dinamica presenta, dunque, delle problematiche che devono essere tenute in considerazione \cite{Gostelow_2001} \cite{Zarra_2008}. Tra queste rientrano anche alcune di natura tecnica legate alle modalità e ai tempi di conservazione del campione gassoso \cite{kranert2012}. Nel presente studio \cite{kranert2012} vengono presentati i risultati delle misurazioni di odore effettuate su alcuni campioni gassosi prelevati con sacche di tre materiali diversi (Nalophan, Teflon e Tedlar) da un impianto di depurazione delle acque reflue. In questi risultati si è messa in evidenza l’instabilità dell’odore nei diversi tipi di sacche al variare del tempo di permanenza del gas nelle sacche stesse, allo scopo di ottimizzare la metodologia prevista dalla normativa europea e rendere la misurazione più accurata e ripetibile nelle indagini future.