Conclusioni
Il caso studio ha riguardato le fasi di progettazione e installazione di una barriera reattiva permeabile (BRP), per la rimozione di uranio nelle acque sotterranee, nei pressi della città di Zhovty Vody, in Ucraina. Le indagini condotte sul sito hanno indicato che l’uranio risultava essere presente in concentrazione superiore al limite massimo stabilito dall’USEPA (0,03 mg/L). Dopo due anni di monitoraggio, lo studio riporta che la concentrazione di uranio, dal valore iniziale di 0,42 mg/L, è stata ridotta ad un valore compreso tra 0,07-0,10 mg/L. Quindi, la tecnica della BRP ha mostrato un’efficienza elevata. E’ possibile incrementare l’efficienza di rimozione di questa tipologia di barriera, aggiungendo un maggior numero di file sfalsate di cilindri. Inoltre, il design innovativo della barriera, costituita da file di cilindri con materiali ferro-reattivi, ha consentito una notevole riduzione dei costi di installazione, rispetto alle barriere convenzionali. In definitiva, la barriera reattiva permeabile risulta essere una tecnica di bonifica economicamente e tecnicamente valida per il trattamento in situ di metalli e composti organici disciolti nelle acque sotterranee.