Innanzitutto bisogna fare chiarezza sulla differenza tra acque potabili ed acque minerali naturali.  
Con la definizione “Acque potabili” o “Acque destinate al consumo umano”, si intendono le acque distribuite tramite pubblici acquedotti, ma anche in cisterne, in bottiglie e altri contenitori rispondendo ai requisiti indicati dal D. Lgs. 2 febbraio 2001 n. 31. Inoltre le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite, ovvero non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana.
Per “Acque minerali naturali” , si intendono le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono  da  una  o più sorgenti  naturali  o  perforate  e  che  hanno  caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente,  proprietà  favorevoli  alla salute così come riportato nell’ Art. 2 del D. Lgs. 8 ottobre 2011 n. 176 sulla base del D.M. 29 dicembre 2003 n. 301.
Tali Decreti legislativi, come possiamo vedere in Tabella 1, mettono in evidenza come siano differenti per le due “tipologie” di acqua i parametri che li definiscono.