Nel corso degli ultimi decenni, l’argomento dello sviluppo sostenibile è divenuto centrale nel dibattito politico, pubblico e sociale. Quindi, la necessità di dover compiere delle trasformazioni, parallele all’evoluzione dei bisogni, deve andare di pari passo con l’urgenza di salvaguardare le risorse ed i beni rilevanti.
In quest’accezione risulta evidente l’importanza della preservazione del paesaggio e degli ecosistemi, in uno sforzo congiunto per la prevenzione dei danni ambientali derivanti da attività antropiche.
 
Le normative internazionali, nazionali e regionali, si sono impegnate a emanare leggi di tutela dell’ambiente e a individuare delle metodologie tecniche per descrivere e valutare gli impatti prodotti dalla realizzazione e funzionamento di un’opera.
La prima tra le molteplici regolamentazioni è stata la Direttiva CEE 377/1985, che si è resa necessaria per la disparità esistente tra le diverse legislazioni comunitarie.
In Italia, su questo fronte, la normativa prominente è rappresentata dal DPCM 377/88, che individua i progetti da sottoporre al procedimento di valutazione ambientale e le indicazioni per la stesura del S.I.A.; coadiuvato dal DPCM 27/12/88 che definisce le norme tecniche per la redazione del S.I.A. e la formulazione del giudizio di compatibilità ambientale.
La normativa di riferimento per la Regione Campania è rappresentata dalle Norme Tecniche Campania 2010, in cui vengono analizzate disposizioni in materia di Valutazione ambientale e S.I.A.