Le check-list inoltre rappresentano uno strumento utile anche per definire lo stato della qualità ambientale di determinati comparti. Un esempio può essere la lista redatta da Paolo Roccaforte riguardo le specie ornitiche rilevate nell'area delle Sorgenti del fiume Sile.
La suddetta lista è stata redatta in seguito a osservazioni che ricoprono un arco di tempo che va dalla primavera 1996 all'inverno 2003. I dati raccolti permettono di avere un quadro esauriente delle specie presenti e della variazione della comunità ornitica nelle diverse stagioni, aspetti fondamentali questi per definire lo stato di qualità ambientale del comparto fauna del territorio considerato. (5)
Dal punto di vista legislativo, tra le procedure amministrative da prendere in considerazione riguardo l’applicazione delle check-list va citato il decreto direttoriale 3 agosto 2017 n.239.
Quest’ultimo prevede che quando occorre effettuare modifiche, estensioni, adeguamenti tecnici finalizzati a migliorare le prestazioni ambientali di un progetto, il proponente, può redigere un’apposita check-list da trasmettere all’autorità competente al fine di ottenere una valutazione preliminare per individuare l’eventuale procedimento da applicare.
Entro i successivi 30 giorni l’autorità competente stessa decreterà se il progetto va sottoposto a ‘’screening’’, a Via o a nessuna valutazione. (6)
Un’ulteriore tecnica di individuazione degli impatti, dipendente da una preliminare redazione di check-list, sono le matrici di valutazione causa-effetto.
Le matrici di valutazione consistono in check-list bidimensionali in cui una lista di attività di progetto (fattori) previste per la realizzazione dell’opera viene messa in relazione con una lista di componenti ambientali per identificare le potenziali aree di impatto. Per ogni intersezione tra gli elementi delle due liste si può dare una valutazione del relativo effetto assegnando un valore di una scala scelta e giustificata. Si ottiene così una rappresentazione bidimensionale delle relazioni causa/effetto (fattore/componente) tra le attività di progetto e le variabili ambientali potenzialmente suscettibili di impatti.
Il metodo delle matrici risulta uno dei più utilizzati in quanto consente di unire l’immediatezza visiva della rappresentazione grafica delle relazioni causa-effetto alla possibilità di introdurre nelle celle una valutazione, qualitativa o quantitativa, degli impatti. 
Le valutazioni fornite dalle matrici possono essere:
 La matrice di Leopold (1971), è una matrice bidimensionale che permette di identificare gli impatti potenziali, mettendo in relazione tutte le possibili azioni (elencate verticalmente) che hanno una certa probabilità a verificarsi durante la fase di costruzione del progetto oggetto di studio, con quelle ambientali (orizzontali) che si incrociano. Tale matrice è stata in seguito modificata da molti autori inserendo pesi correlati all’ importanza dei comparti ambientali interessati e includendo variabili nel tempo.