I metodi tradizionali per la mitigazione del fouling, come la pulizia fisica e chimica, aumentano la domanda di energia e i costi operativi, oltre a ridurre la durata della membrana. Per ridurre il fouling di membrana e compensare a questo consumo di energia, la ricerca scientifica ha proposto diversi tentativi di correlare la riduzione della permeabilità delle membrane con la concentrazione di biomassa nel reattore, la dimensione dei fiocchi, e più recentemente con la concentrazione di sostanze polimeriche extracellulari (EPS) o prodotti microbici solubili (SMP).
Pertanto, negli ultimi anni è emersa una quantità significativa di strategie avanzate, tra queste, l’integrazione di processi elettrochimici come elettrocaoguazione, elettrosmosi ed elettroforesi, nei bioreattori a membrana che rappresenta un approccio tecnologico alternativo per il controllo del fouling di membrana e il miglioramento dell’efficienza del trattamento. L’impianto viene così definito con l’acronimo di eMBR. L’azione del campo elettrico consente l’ossidazione dell’anodo in alluminio che genera in situ idrossidi insolubili e coagulanti che aumentano le dimensioni dei fiocchi di fango, si crea così un flusso di miscela aerata che viene spinto verso la membrana generando un fenomeno di attrazione tra le particelle cariche negativamente e l’anodo, allontanandole così dalla membrana stessa.