Introduzione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che, ogni anno, circa sette milioni di morti premature sono attribuibili agli effetti congiunti dell'inquinamento atmosferico sulla salute umana; esso ha inoltre conseguenze devastanti sugli ecosistemi naturali e sulla biodiversità ed è causa del degrado ambientale. \cite{Zarra2008}
Il settore dei trasporti su strada fornisce un contributo significativo al totale delle emissioni antropiche, insieme ad altre fonti mobili, e alle combustioni che possono riguardare sia gli impianti civili che quelli industriali nelle industrie energetiche e di trasformazione.\cite{belgiorno} Ulteriori sostanze indesiderate (note come inquinanti secondari) si formano in atmosfera in seguito a reazioni chimiche che coinvolgono i diversi inquinanti emessi direttamente dalle varie fonti.
Pertanto, il controllo dell’esposizione a inquinanti atmosferici richiede azioni da parte delle autorità pubbliche a livello globale, regionale e locale. \cite{Zarra2009}\cite{romain}
La Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, ha stabilito obiettivi di qualità e valori limite al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso.\cite{eur-lex}\cite{naddeob}
La Direttiva è stata recepita nell'ordinamento italiano con Decreto Legislativo 13 agosto 2010. n. 155 che ha istituito un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente, accorpando in un unico testo disposizioni prima contenute in diversi decreti, contestualmente abrogati.\cite{dellaria}\cite{Zarra2012}
Il Decreto Legislativo conferisce alle Regioni il compito di svolgere le attività di valutazione e di pianificazione volte a conoscere il contesto nazionale e ad identificare le misure più efficaci per il rispetto dei valori di qualità dell'aria e ad assicurarne l'attuazione.\cite{urbano}\cite{kranert}
Nel corso degli ultimi due anni, la rapida diffusione del virus SARS-CoV-2 ha portato il governo italiano, e conseguentemente le amministrazioni regionali, ad adottare dei provvedimenti che hanno limitato progressivamente numerose attività, quali gli spostamenti individuali, il commercio e molte attività industriali. Le restrizioni imposte hanno così determinato una marcata riduzione dell’attività di molte fonti emissive, con conseguente impatto sulla qualità dell’aria, in uno scenario reale mai verificatosi in passato tanto per durata temporale quanto per estensione dell’area interessata dai provvedimenti.\cite{belgiornob}\cite{belgiornoc}\cite{belgiornod}
Si è voluto, pertanto, valutare l’impatto delle misure di contenimento del virus sulla qualità dell’aria nelle regioni Campania, Emilia-Romagna e Piemonte con riferimento ai principali indicatori descrittivi dello stato della qualità dell’aria quali: particolato aerodisperso (PM10 e PM2,5), biossido di azoto (NO2), ozono troposferico (O3) e biossido di zolfo (SO2).